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Ponti crollati nel mondo: tragedie da non dimenticare

Quando un ponte crolla, le conseguenze possono essere devastanti. Le tragedie che si verificano in tutto il mondo a causa di ponti che cedono sono eventi che non possiamo permetterci di dimenticare.

Questi incidenti mettono in luce l’importanza di una corretta manutenzione e di un adeguato monitoraggio delle infrastrutture. Purtroppo, troppo spesso, i ponti non vengono sottoposti a controlli regolari e adeguati interventi di manutenzione, portando a conseguenze disastrose.

In questo post, esploreremo alcune delle tragedie più significative causate dal crollo di ponti in tutto il mondo. Vedremo come queste tragedie abbiano avuto un impatto sulle vite delle persone coinvolte e come possiamo imparare da queste esperienze per prevenire futuri incidenti.

Saranno presentati casi come:

  1. Ponte Morandi, Genova, Italia:
  2. il crollo di questo ponte nel 2018 ha causato la morte di 43 persone e ha avuto un impatto significativo sull’intera città.

  3. Ponte di Tacoma Narrows, Washington, Stati Uniti: il crollo di questo ponte nel 1940 è stato causato da un fenomeno noto come “oscillazione torsionale” e ha portato a importanti ricerche sul comportamento delle strutture.
  4. Ponte de la Concorde, Parigi, Francia: il crollo di questo ponte nel 1979 è stato un evento che ha sollevato molte domande sulle pratiche di progettazione e costruzione delle infrastrutture.

Esploreremo anche le lezioni apprese da queste tragedie e come possiamo lavorare insieme per garantire che le nostre infrastrutture siano sicure e affidabili.

Continua a leggere per saperne di più sulle tragedie causate dal crollo di ponti nel mondo e su come possiamo prevenire futuri incidenti.

Dove è crollato il ponte?

Il crollo del viadotto Polcevera, noto anche come ponte Morandi, è avvenuto il 14 agosto 2018 alle ore 11:36. Questo ponte, lungo 250 metri, si trovava sopra la zona fluviale e industriale di Sampierdarena. Il crollo è stato improvviso e ha coinvolto la sezione del ponte sovrastante insieme al pilone di sostegno numero 9. Questo tragico evento ha causato la morte di 43 persone.

Il ponte Morandi era un’importante infrastruttura stradale che collegava l’autostrada A10 con il centro di Genova. Questo viadotto, costruito negli anni ’60, era stato progettato dall’ingegnere Riccardo Morandi e si caratterizzava per la sua struttura a travi di cemento armato precompresso.

Dopo il crollo, sono iniziate le indagini per determinare le cause dell’incidente. Alcuni fattori che sono stati considerati sono il deterioramento strutturale del ponte nel corso degli anni, la manutenzione insufficiente e le condizioni meteorologiche avverse al momento del crollo.

Il crollo del ponte Morandi ha avuto un impatto significativo sulla città di Genova e sulla sua economia. Oltre alle vittime, molte persone hanno perso le proprie case e le attività commerciali sono state danneggiate. Inoltre, l’autostrada A10 è stata temporaneamente chiusa, causando disagi per il trasporto e il commercio nella zona.

Dopo il crollo, è stata avviata la ricostruzione del ponte Morandi. Il progetto prevede la demolizione delle parti rimaste del vecchio ponte e la costruzione di una nuova struttura. La ricostruzione del ponte è stata affidata a un consorzio di imprese italiane ed è previsto che venga completata entro il 2020.

In conclusione, il crollo del ponte Morandi è avvenuto sulla zona fluviale e industriale di Sampierdarena a Genova il 14 agosto 2018. Questo tragico evento ha causato la morte di 43 persone e ha avuto un impatto significativo sulla città e sulla sua economia. La ricostruzione del ponte è in corso ed è prevista la sua completamento entro il 2020.

Perché crollano i ponti?

Il crollo dei ponti può essere causato da una serie di fattori, tra cui l’usura, la corrosione, i difetti di progettazione o costruzione, eventi naturali come terremoti o alluvioni, e il sovraccarico improvviso o eccessivo. Nel caso specifico dei ponti che crollano a causa delle “vibrazioni autoeccitate” indotte dal distacco periodico di vortici di von Kármán, si tratta di un fenomeno di instabilità aeroelastica noto come flutter.

Il flutter si verifica quando le forze aerodinamiche generano oscillazioni nel ponte che vanno oltre i limiti di resistenza del materiale strutturale. Questo fenomeno può essere innescato da una serie di fattori, come il vento che attraversa il ponte in modo irregolare, la forma del ponte che favorisce la formazione di vortici o l’effetto di risonanza tra la frequenza naturale del ponte e la frequenza delle vibrazioni indotte dal fluido.

Le conseguenze del crollo di un ponte possono essere catastrofiche, con perdite di vite umane, danni materiali e interruzioni significative nella mobilità e nell’economia. Per prevenire il crollo dei ponti, è fondamentale adottare un’adeguata manutenzione e monitoraggio delle strutture, nonché un’analisi accurata delle condizioni ambientali e degli effetti aerodinamici. Inoltre, i progettisti devono considerare attentamente i fattori di rischio e implementare misure di sicurezza adeguate per garantire la stabilità e la resilienza delle infrastrutture.

Perché il ponte di Tacoma è crollato?

Perché il ponte di Tacoma è crollato?

Il crollo del ponte di Tacoma è stato causato da un fenomeno fisico noto come flutter. Questo fenomeno si verifica quando un oggetto non affusolato, come il ponte, viene colpito dal vento ad una velocità critica. A questa velocità, piccoli vortici d’aria si staccano dalla struttura, creando delle oscillazioni che possono aumentare in ampiezza fino a causare il crollo del ponte.

Il ponte di Tacoma era stato progettato con una forma piuttosto rigida, che non permetteva una buona dissipazione delle forze generate dai vortici d’aria. Inoltre, la struttura del ponte amplificava le oscillazioni, aumentando la loro ampiezza. Questo ha reso il ponte particolarmente vulnerabile al fenomeno del flutter.

Il fenomeno del flutter non è un evento comune, ma può verificarsi in determinate circostanze. La velocità critica a cui si verifica dipende da diversi fattori, come la forma e la rigidità dell’oggetto colpito dal vento. Nel caso del ponte di Tacoma, il vento che soffiava a una velocità particolare ha generato le condizioni ideali per lo sviluppo del flutter.

Per prevenire il crollo di ponti e altre strutture colpite dal fenomeno del flutter, è necessario tener conto di questo fenomeno durante la fase di progettazione. È importante considerare la forma e la flessibilità della struttura in modo da ridurre al minimo le oscillazioni causate dal vento. Inoltre, è consigliabile effettuare dei test di flusso d’aria in un tunnel del vento per valutare il comportamento della struttura in diverse condizioni di vento.

In conclusione, il crollo del ponte di Tacoma è stato causato dal fenomeno del flutter, che si verifica quando un oggetto non affusolato viene colpito dal vento ad una velocità critica. Le oscillazioni causate dai vortici d’aria staccati dalla struttura possono aumentare fino a causare il crollo del ponte. È fondamentale considerare questo fenomeno durante la progettazione di ponti e altre strutture, al fine di prevenire incidenti simili.

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