In mezzo a russatori, soste notturne e pensieri fuori programma, si riscopre un viaggio umano: alcuni consigli pratici per affrontare il viaggio in pullman

A chi non è capitato almeno una volta nella vita? Non avevi abbastanza soldi per l’aereo, il treno avrebbe fatto un tragitto impervio con due cambi e allora sei passato alla soluzione d’emergenza: il pullman.
Viaggiare in pullman è economico e avventuroso ma può essere lungo e faticoso e nascondere diverse insidie. Magari una partenza notturna, fermate improbabili e un tragitto che, a leggerlo, sembra la tournée estiva di una band scrausa anni ‘90.
Ogni viaggio ha i suoi protagonisti. Il russatore seriale, il chiacchierone del viva voce, la signora che si sbuccia l’uovo sodo in mezzo metro quadrato. Se sei fortunato, troverai qualcuno che dorme e basta. Se non lo sei, pazienza: auricolari nelle orecchie e sguardo nel vuoto, come nei film tristi.
Non è una tragedia, sia chiaro. È un’esperienza a sé, con le sue regole non scritte e alcuni consigli imprescindibili. Proviamo a darvene qualcuno, sperando che riusciate a partire adeguatamente premuniti una volta che sceglierete di fare un’esperienza del genere. Poi non dite che non vi abbiamo avvisati.
Dove sedersi, come vestirsi, cosa fare in un viaggio in pullman
Regola numero uno: scegliere il posto giusto è fondamentale. Evita l’ultima fila, dove tutto trema e si concentra il karma negativo dell’autobus. Nemmeno dietro l’autista, che sembra comodo ma in realtà non si reclina. Il top? Sedile singolo centrale, lato finestrino. Se lo trovi non avere dubbi e fiondati lì.

Attenzione anche a come ti vesti. Il pullman ha un microclima a sé e sfidarlo potrebbe non essere una buona idea. Vestiti leggero – ma non troppo, quasi sempre c’è l’aria condizionata a palla – e portati una felpa per coprirti se dovesse fare troppo freddo. Sì, anche se fuori è estate inoltrata. Attenti alle sorprese!
E poi… cosa mangiare? Meglio evitare snack rumorosi o che fanno briciole ovunque. Un bel panino tranquillo, un frutto già sbucciato. Cose comode, insomma.
E poi ci sono loro: i pensieri. Quando le luci si spengono e il Wi-Fi abbandona la corsa, resti tu, la strada, e il rumore di fondo della notte. Ti tocca pensare. Alla giornata, a quella persona, al perché non hai preso un treno. Succede sempre. Ed è forse la cosa più vera del viaggio.
Il pullman non è solo un mezzo: è un piccolo esame di vita. Superato il primo, quasi ti manca.